Internet è diventato ormai indispensabile per la vita quotidiana, soprattutto se si parla di ricerche di tipo culturale o di acquisti di beni e servizi. Immaginare, al giorno d’oggi, un mondo senza Internet è praticamente impossibile, e ancor di più immaginare una rete di interconnessioni globali priva di aiuti e strumenti che diano all’utente la possibilità di esplorarla.
Di solito, quando un utente apre una pagina Internet, la prima schermata che riesce a vedere è quella di Google, o di altri. Questi macro-siti sono chiamati motori di ricerca, e sono come una specie di gigantesco indice che organizza, razionalizza e promuove tutto il sapere contenuto nel web.
Tecnicamente parlando, i motori di ricerca sono dei sistemi software automatici in grado di analizzare contemporaneamente, in pochissime frazioni di secondo, una mole spropositata di dati, fino a restituirne una catalogazione il più possibile ordinata e razionale all’utente.

I motori di ricerca sono una risorsa importantissima per la pubblicità on-line, perché forniscono risultati nel momento esatto in cui un potenziale acquirente li sta cercando ed è maggiormente disposto a recepirli.

Il funzionamento dei principali motori di ricerca

Di solito i principali motori di ricerca del mondo sono organizzati con un’interfaccia utente molto semplice, composta dal logo del motore di ricerca e da una stringa bianca dove l’utente può digitare cosa sta cercando. La grande facilitazione data da questi programmi software su scala mondiale è che le ricerche possono essere fatte in modo molto banale ed intuitivo, anche soltanto per parole chiave. Più un contenuto risponde (in parte o completamente) alle parole chiave digitate dall’utente, più esso verrà visualizzato tra i primissimi risultati, poiché è ciò ce il sistema presume che l’utente stia cercando.
Google è sicuramente il motore di ricerca più usato al mondo, seguito da Yahoo!, Bing e dal colosso cinese Baidu. L’interfaccia Google è ulteriormente suddivisa in categorie, delle quali le due principali sono Web e Immagini, per scremare subito la ricerca e permettere all’utente di ricercare soltanto foto o soltanto contenuti. In un secondo momento della ricerca, i filtri possono farsi più accurati, poiché una volta ottenuti i risultati si possono vedere le notizie sul web, le immagini, i video e molto altro, il tutto selezionando in alto nella pagina il filtro che si desidera.

Il rapporto tra motore di ricerca e contenuti

I contenuti vengono inseriti nei motori di ricerca tramite le strategie SEO. Questo significa che ci sono degli esperti che studiano quali sono gli orizzonti di ricerca più battuti dagli utenti in un periodo di tempo dato, e cercano in questo modo di intercettare il più possibile le esigenze degli utenti proponendo loro dei contenuti legati a parole chiave molto simili a quelle che si presuppone che gli utenti andranno a digitare. Per fare questo, lo stesso motore di ricerca Google mette a disposizione i Google Trends, ovvero gli andamenti giornalieri, settimanali o mensili delle ricerche degli utenti (ulteriormente divisi per paese). Ovviamente la SEO non è una scienza esatta, e le predizioni qualche volta possono rivelarsi sbagliate. Fortunatamente i motori di ricerca sono un mondo vaso, aperto ed in continua evoluzione, quindi si può sempre correggere il taglio di un contenuto continuando a studiare i trends.

Microricerca Intranet: il caso Cortana

cortanaUn motore di ricerca, ovviamente, può avere anche una risonanza che non per forza dev’essere mondiale. Molti uffici ed aziende, ad esempio, hanno dei micro sistemi di ricerca interni, specificamente preposti alla ricerca di file e documenti attraverso i vari uffici. Il funzionamento di questi piccoli programmi di ricerca è simile a quelli su scala globale, e si basa sul principio che tutte le macchine collegate alla stessa rete (supponiamo tutti i computer di una determinata azienda) sono esplorabili per trovare il file ricercato.
Anche i cataloghi delle biblioteche, o i sistemi interbibliotecari come quelli delle Università, ad esempio, sono un’ottima applicazione dei software di ricerca a realtà più o meno circoscritte, tali che un utente può applicare i filtri di ricerca desiderati e lasciare che i cataloghi esplorino tutte le biblioteche affiliate fino a trovare quella che contiene il documento ricercato.
Agli utenti di Windows 10 non sarà sfuggita l’installazione di un sistema simile sul proprio computer all’avvio del nuovo software. Si tratta di Cortana, un piccolo motore di ricerca interno che permette di trovare contenuti sul proprio stesso computer e contemporaneamente anche sul web, con un comodo sistema di ricerca congiunta.

Pubblicità e marketing sui motori di ricerca

I motori di ricerca sono anche un’ottima vetrina di visibilità per quanto riguarda il marketing e le strategie promozionali di alcuni tipi di contenuto.
Prendendo ancora come modello il motore Google si può indagare come funziona la pubblicità sui motori di ricerca.
Il software preposto alla gestione della pubblicità è Google Adsense, che funziona con delle sottospecie di contratti a provvigione in base alle visualizzazioni. Se un utente, infatti, possiede un dominio (cioè un indirizzo URL unico ed inconfondibile che distingue il suo contenuto da altri) può scegliere di affiliarsi a Google Adsense pagando un canone annuale e garantendo un certo numero di visualizzazioni mensili o annuali. In cambio, Google installa su quel contenuto (un sito o un blog) uno o più banner, che sarebbero piccoli riquadri animati di pubblicità di società più o meno grandi, le quali hanno versato a Google un’ingente somma per riceverne indietro pubblicità assicurata. In questo modo, ogni utente che si reca su quel sito vedrà il banner pubblicitario (ad esempio di una marca di abiti sportivi, o di un’azienda che vende elettrodomestici o altro ancora) e potrebbe diventare un potenziale acquirente per quel marchio. Se alla fine di ogni mese o a fine anno i guadagni dell’azienda sono aumentati, essa ne versa una quota a Google, che li ripartisce tra tutti i vari siti che hanno accettato l’installazione del banner pubblicitario sulla propria home, ovviamente suddividendoli in modo proporzionato a quanto un sito abbia effettivamente implementato la clientela dell’azienda collezionando un numero elevato di utenti unici.
Queste strategie si chiamano SEM, ovvero Search Engine Marketing, cioè pubblicità sui motori di ricerca, e rappresentano senza dubbio l’ultima frontiera delle strategie di vendita e di supporto al cliente, raggiunto a casa propria dagli annunci pubblicitari più disparati.

Incominciamo subito nel peggiore dei modi. Con una domanda: Ma che cosa è il SEO e l’ottimizzazione web per motori di ricerca ?

web marketingPer ottimizzazione SEO si intende tutte quelle azioni e pratiche adottate per fare in modo di ottimizzare le pagine di un sito o un sito web affinché arrivi tra i primi risultati o al primo posto su un motore di ricerca. Al fine di raggiungere questo obiettivo si possono usare diverse tecniche SEO, più o meno corrette o per meglio dire, più o meno rischiose. Vi è stato un tempo in cui la maggioranza dei SEO lavorava con tecniche Black Hat e l’unico interesse che avevano era quello di arrivare primi ai vertici dei motori di ricerca anche se le pagine poi erano incongruenti con le ricerche dell’utenza.

Mi spiego meglio ci sono molte agenzie e seo specialist nostrani (italici) che pur di arrivare ai primi posti nelle serp avrebbero anche venduto l’anima al diavolo. Infatti ci sono delle note società di marketing che addirittura si pubblicizzava apertamente per le sue tecniche SEO black hat.
C’è da dire che tutti i seo specialist che hanno utilizzato questo tipo di tecniche per portare rapidamente ai vertici dei motori di ricerca le società dei loro clienti sono poi sono stati penalizzati dall’algoritmo Penguin.

Effettuare attività SEO su google, al giorno d’oggi, è una cosa seria e il motore di ricerca Google non permette più ai “Furbetti” di farla franca come accadeva fino al 2011. Oggi tutti devono fare i conti con il Grande G e sostanzialmente la SEO, vista come pratica per di ottimizzazione web per i motori di ricerca, è cambiata notevolmente da quel periodo. L’attività di ottimizzazione di un sito per Google, si è trasformata nel tempo in modi assolutamente impensabili ma sicuramente a vantaggio dei ricercatori e di chi usa i motori di ricerca per fare ricerche e trovare le informazioni.

Alcune regole di base nella SEO

search engine optimizationQueste sono alcune delle regole semplici semplici per fare il SEO per il tuo sito, se le seguirai… cavalcherai i motori di ricerca come su una tavola da surf.

In un mondo sempre più semantico le regole SEO sono sempre più importanti per chi fa link building e chi utilizza diverse tecniche per l’ottimizzazione su Google. Normalmente l’uso di diverse regole SEO da parte delle agenzie o di singoli professionisti che operano sulla rete serve per aumentare l’autorità di un sito web e conseguentemente il posizionamento.

L’ottimizzazione SEO, in questo caso è una delle pratiche da seguire se si desidera arrivare con pochi sforzi ai primi posti delle classifiche dei motori di ricerca. Seguendo i principi dell‘ottimizzazione si possono scalare gradualmente le SERP  e conquistare i primi posti per le parole chiave necessarie al proprio business sui motori di ricerca. Per i siti internet che riescono a posizionarsi bene il link juice che ne deriva può essere gestito e incanalato nel sito web di riferimento e in altri siti web sempre che esso venga trasmesso attraverso il meccanismo del Dofollow.

Con la comparsa della Negative seo, il link juice e i meccanismi di trasferimento reputazionale sono cambiati e puntare i propri link vero siti poco autorevoli il più delle volte penalizza il sito che punta i suoi link verso l’esterno e quindi una buona regola SEO è quella di verificare più volte la bontà del sito su cui si puntano i link e se inserire il link è necessario è opportuno utilizzare l’attributo “nofollow”.

Alcune brevi informazioni SEO che ti possono aiutare

Ti sottopongo ora una buona guida SEO per Google, che tiene in considerazione alcuni di questi moltissimi aspetti, sempre più importanti in un mondo che diventa più semantico.

Di regole seo, ve ne sono moltissime ma sono tutte molto semplici:

  • Evita di fare Backlink smodato
  • Evita di scrivere cose senza senso, scrivi per le macchine ma ricordati di scrivere anche per chi legge come te  e sopratutto scrivi molto e con frequenza, perché il contenuto è il re della rete
  • Una buona SEO on Page è fondamentale quindi cura:
    • L’analisi delle parole chiave. Vi sono moltissimi strumenti online che ti permettono di effettuare questa operazione. Uno di questi è il Keyword Tools di Google Adwords, anche se al giorno d’oggi funziona sempre meno e offre dati aggregati
    • I titoli dei tuoi articoli con la parola chiave per cui vuoi che si posizionino
    • Metti i tag nelle immagini sul sito quando pubblichi ( alt tag ) utilizzando la parola chiave su cui hai pianificato di posizionare l’articolo
    • Evita di scrivere 300 volte la stessa parola chiave nel testo dell’articolo pensando che Google sia stupido.
    • Evita di fare Back link smodatamente. Dall’avvento di Penguin non serve e il più delle volte ti penalizza.
    • Scrivi articoli che siano esaurienti
  • Scegli una nicchia in cui scrivere che ti appassioni, puoi trasformare la tua passione in una forma di reddito se usi adsense.

Oggi realizzare un sito web professionale è una possibilità alla portata di tutti. Il motivo è dovuto alla presenza di alcune piattaforme dette CMS (Content Management System), che consentono di creare portali ottimizzati per i motori di ricerca con il minimo sforzo, senza per questo sacrificare l’usabilità delle pagine e l’importantissima impostazione grafica dei template. Da questo punto di vista, WordPress è in assoluto il CMS più utilizzato dai web designers: stando ai dati raccolti da W3Techs, infatti, il 26,6% dei siti web attualmente online è stato creato utilizzando questo framework. Ma cosa rende WordPress così apprezzato da chi si occupa di realizzazione di siti web? Scopriamo insieme a cosa serve WordPress e quali sono le sue funzioni più utili.

Creare un sito professionale con WordPress

Una delle principali caratteristiche del CMS WordPress è la possibilità di creare un sito professionale, senza per questo dover conoscere necessariamente codici di programmazione o linguaggi come l’HTML ed il PHP. Parliamo, dunque, di una specificità che lo rende particolarmente adatto per tutti quegli utenti che hanno la necessità di creare un blog, senza per questo dover occupare del tempo per creare da zero il loro sito. Inoltre, WordPress si presta anche all’utilizzo da parte delle aziende che intendono manifestare la propria presenza sulla rete: questo CMS, infatti, consente di creare delle vetrine aziendali particolarmente efficaci e complete, grazie alla presenza di numerosi plugin che permettono di fare praticamente qualsiasi operazione.

Gestire i contenuti in modo semplice e veloce

Questo CMS è sinonimo di velocità e di semplicità, soprattutto quando si tratta di creare contenuti testuali e di pubblicarli all’interno del proprio blog o sito web realizzato con WordPress. Il motivo è dovuto alla presenza di una dashboard davvero intuitiva, e di un editor di testo che condivide tante sue caratteristiche con Word, dunque appare davvero facile da utilizzare. Nello specifico, si avrà sin da subito la sensazione di ritrovarsi in un ambiente familiare, con la possibilità di scrivere di getto un contenuto, formattarlo, aggiungere file multimediali come le foto e persino codici embed da YouTube o dai social come Twitter. Infine, è possibile anche creare categorie ed assegnare specifici tag agli articoli.

Implementare un numero infinito di funzioni

wordpress

WordPress è un CMS open source, dunque può contare su una serie infinita di plugin ed estensioni gratuite, realizzate da sviluppatori esterni al CMS oppure da utenti esperti. Questo significa che non esiste nulla che non si possa fare con WordPress: basterà semplicemente inserire una keyword sul motore di ricerca interno, ed individuare il plugin più adatto allo scopo. In questo modo, WordPress si trasformerà in una piattaforma di gestione contenuti completamente personalizzabile, in base alle esigenze più diverse. Per fare un esempio, installando plugin come WooCommerce è possibile persino creare un e-commerce professionale.

Creare un sito con una grafica accattivante

Questo CMS non è solo sostanza, ma anche tanta apparenza. Ed il discorso è molto simile a quanto già detto per i plugin: WordPress, infatti, mette a disposizione dell’utente una serie di template grafici gratuiti perfetti per vestire qualsiasi tipologia di portale. Dai blog alle vetrine aziendali, sarà possibile identificare un template adatto a tutte le esigenze. Come se non bastasse, questi template possono essere personalizzati direttamente dal pannello di controllo, scegliendo i colori preferiti, oppure spostando le celle delle varie sezioni. Per non parlare, poi, della possibilità di creare menu intuitivi e dunque perfetti per la navigabilità del sito. Infine, WordPress mette a disposizione numerosi template mobile-friendly, che si adattano agli schermi di device quali smartphone e tablet, favorendo la navigazione da questi dispositivi oramai molto diffusi.

Ottimizzare un sito web per il SEO

In un momento in cui i business dipendono dal posizionamento sulla SERP di Google, poter contare su un CMS ottimizzato per il SEO è un vantaggio davvero notevole. WordPress, infatti, mette a disposizione dei web master una serie di utilissimi strumenti per ottimizzare il sito accontentando gli algoritmi dei motori di ricerca. Inoltre, ciò che non può essere automatizzato dal CMS viene comunque coperto dai tools appositi. Ad esempio, installando il plugin Yoast SEO è possibile verificare una serie di fattori legati al posizionamento delle keyword all’interno degli articoli, quali la densità ed il tag TITLE delle immagini. In questo modo, si potranno ottenere pagine e contenuti ottimizzati per i search engine: un fattore decisivo che porta visibilità, traffico e, di conseguenza, un aumento delle conversioni in acquisto.

Aumentare il grado di sicurezza del sito web

WordPress consente anche di blindare il proprio sito web, abbattendo il rischio di intrusione di malintenzionati e hacker. Il motivo è dovuto ancora una volta alle sue caratteristiche di CMS open source: un fattore che rende il suo codice di pubblico dominio, e che permette a chiunque di intervenire per risolvere bug ed eventuali falle nella sicurezza. Anche in questo caso esistono numerosi plugin che agiscono sulla sicurezza, risolvendo problemi quali i tentativi di accesso con password casuali alla pagina wp-login. Infine, da segnalare la presenza di veri e propri antivirus che analizzano i codici dei plugin individuando malware e trojan.

Velocizzare il sito web

Infine, occorre sottolineare una delle peculiarità che hanno reso WordPress così famoso ed utilizzato sul web: il fattore velocità. Utilizzando questo CMS, infatti, è possibile velocizzare le prestazioni del proprio sito web di 5 volte rispetto al normale: merito della presenza di plugin come WP Super Cache, che crea una pagina statica al posto della normale pagina dinamica in PHP, così da ridurre al minimo i tempi di caricamento. Inoltre, c’è da aggiungere che è possibile reperire sul web diversi servizi di hosting ottimizzati per WordPress lato server, e che consentono di velocizzare ulteriormente il sito web gestito attraverso questo CMS. Parliamo di un aspetto fondamentale, considerando che Google premia con un migliore posizionamento organico i siti web più veloci.

Viviamo in una società in cui il web è lo strumento primario per vendere. Le aziende che non riescono ad apprendere l’utilizzo dei principali canali comunicativi digitali, e che non corrono ai ripari dotandosi di un sito web, vengono ben presto surclassate dai competitor meglio attrezzati. Ma creare un portale aziendale non può e non deve bastare per catturare l’attenzione del proprio target, e per aumentare il brand engagement dei propri utenti: da questo punto di vista, la realizzazione di un blog aziendale è un ottimo sistema per staccarsi da una logica pubblicitaria, pur rimanendo entro i confini del marketing e della promozione del proprio marchio. Vediamo, dunque, perché è utile realizzare un blog aziendale e quali sono i vantaggi per il brand.

Il blog aziendale: uno strumento per lo storytelling

Lo storytelling è l’arte di raccontare una storia, ma spesso non può essere utilizzato per realizzare contenuti prettamente pubblicitari. Questo non accade con il blog aziendale: parliamo di una sezione del sito web che vive di vita propria, e che non è necessariamente legata alla promozione del marchio o alla vendita dei prodotti. Al contrario, il blog aziendale è come un universo alternativo, che si muove in parallelo con la vendita di prodotti o servizi, ma che non mette in piazza contenuti smaccatamente promozionali. All’interno del blog, l’azienda può raccontarsi attraverso una serie di contenuti emozionali, che spieghino al potenziale cliente la storia del marchio e le sue caratteristiche peculiari. Si tratta, in altre parole, di raccontare per fidelizzare, e per abbattere le distanze fra utente e azienda.

Il blog aziendale fornisce un contenuto informativo

blog aziendale interno

Il blog aziendale non è semplicemente uno specchio che riflette il messaggio del brand, ma un vero e proprio contenitore di articoli che risultino informativi ed utili per l’utente. Informare per vendere: questa è una delle sue caratteristiche migliori. Da questo punto di vista, la redazione del blog aziendale dovrebbe sempre scrivere dei contenuti realmente utili per l’utente, come potrebbero essere ad esempio i tutorial. Lo scopo di questo potente strumento comunicativo, infatti, è soddisfare le esigenze del pubblico, prima ancora che sia il pubblico stesso a chiederlo. In questo modo l’azienda si dimostrerà sempre un passo avanti, dunque particolarmente attenta alle esigenze del suo target.

Il blog aziendale aiuta il posizionamento su Google

Quando si parla di SEO e di strategie di web marketing, ecco che il blog aziendale occupa un ruolo di primo piano. La questione è legata agli algoritmi di posizionamento dei motori di ricerca come Google, che privilegiano siti web aggiornati spesso e con un alto tasso di visite. Di conseguenza, avere un blog aziendale è un ottimo sistema per rifornire continuamente il sito di contenuti nuovi, informativi, emozionali e attuali. Che possano, in altre parole, attirare i click e dunque aumentare l’autorità del portale web su Google. Il blog aziendale, inoltre, è anche uno strepitoso canale per utilizzare le keyword più adatte a rappresentare l’attività: un ulteriore mezzo per ottenere visibilità sui motori di ricerca, e per intercettare il target più idoneo al business.

Il blog aziendale potenzia il comparto social

Pubblicare articoli con regolarità all’interno del proprio blog aziendale, significa anche coinvolgere direttamente le pagine ed i profili che l’azienda ha deciso di aprire sui social network come Facebook e Twitter. Si tratta, dunque, di un modo per animare tali pagine e per mantenere alta l’attenzione dei follower e dei fan. Inoltre, pubblicare contenuti informativi o emozionali sui social media significa anche aumentare le probabilità di una eventuale condivisione da parte degli utenti. E le condivisioni sono uno degli strumenti di marketing più efficaci, in quanto non costano nulla, permettono di raggiungere una fetta di pubblico che ancora non conosce l’azienda, e creano alle volte un passaparola virale dal valore economico incalcolabile. Infine, generare molti click dai social network aiuta molto anche il posizionamento su Google.

Il blog aziendale per interagire con gli utenti

blogSpesso il problema principale che si crea fra pubblico e azienda, è l’impossibilità di comunicare. Le normali pagine del sito aziendale, infatti, devono comunque mantenere una certa etichetta ed un certo distacco da chi legge: un limite che non riguarda certamente il blog aziendale. Con questo strumento comunicativo, infatti, non solo ci si può rivolgere direttamente al lettore utilizzando un tono più informale, ma lo si può addirittura invitare all’interazione, magari chiedendogli di lasciare un commento raccontando la sua esperienza. Porgli direttamente una domanda significa sfruttare la medesima logica dei pulsanti call to action delle landing page, solo offrendo in cambio un contenuto informativo, utile e dunque molto più accomodante.

Il blog aziendale dà un volto ed una voce all’azienda

Un altro problema che riguarda la comunicazione fra azienda e consumatore, è l’impossibilità di stabilire un rapporto one-to-one. L’azienda finisce dunque per apparire come un’entità lontana anni luce, fredda e robotica, di cui spesso l’utente non si fida. Il blog aziendale serve proprio per spezzare questa linea di confine, dando un volto ed una voce all’azienda. Firmando gli articoli con il nome di chi li ha scritti, e dotando gli account di una foto e di una breve bio, l’azienda può parlare direttamente con chi la segue, instaurando un rapporto che passi dal confronto di idee e di punti di vista. Con il tempo, i lettori prenderanno confidenza con i diversi autori e saranno motivati all’interazione, aumentando sempre di più le visite al blog aziendale e, di conseguenza, l’appeal del brand che gli autori rappresentano.

Il blog aziendale può ospitare il parere degli influencer

Il blog aziendale può anche decidere di ospitare il parere di influencer di settore, magari pubblicando un’intervista ad un esperto su un certo tema, oppure pubblicando il guest post di un blogger di successo. In questo modo l’azienda dimostra alla propria utenza di essere lei stessa una fonte particolarmente attendibile, in quanto scelta dalle personalità più importanti per veicolare i propri pareri. Inoltre, ospitare un articolo scritto e firmato da un esperto consentirà all’azienda di sfruttare il reposting e le condivisioni dello stesso influencer, che ne approfitterà a sua volta per ottenere traffico e visibilità, fornendo ovviamente i riferimenti al blog che ha ospitato il suo intervento. I lettori apprezzeranno molto e il brand engagement favorirà anche le conversioni in acquisto.

La Grande Crisi a cui stiamo assistendo ha profondamente influenzato l’attività lavorativa di milioni di persone in tutto il mondo, ed i riflessi nelle vendite e nel fatturato delle aziende si sono fatti sentire con forza all’interno dei dati di bilancio. Anche in Italia la crisi sta lasciando il proprio segno, con migliaia di piccole e medie imprese in difficoltà o vicino alla chiusura.
Per emergere da questa situazione di mercato è necessario sciogliere il “bandolo della matassa”, scoprendo quel che può essere trasformato in opportunità nell’attuale stagnazione del mercato. Sicuramente alle imprese vengono chieste nuove energie e nuove idee, fattori che del resto hanno contraddistinto la creatività italiana nei tempi passati.

Partiamo da una prima constatazione: una riduzione del fatturato per la maggior parte dei settori è fisiologica perché le famiglie vedono un crollo della propria capacità di spesa, ed anche quando questo non avviene preferiscono risparmiare denaro. Questo risulta come un dato generalizzato, se non per alcuni settori di nicchia o tradizionalmente anticiclici (come ad esempio l’alimentare o il farmaceutico).

piccola media impresa

Per tutti gli altri, persiste nella mente dell’imprenditore e dei responsabili aziendali la domanda più semplice: dove sono finiti i miei clienti? La risposta è spesso composta da due semplici parole. Su internet!

Ma non è tutto. Spesso è necessario trovare nuovi clienti o sbocchi di mercato non solo perché molti dei precedenti sono stati persi per strada, ma anche perché quelli rimasti faticano a mantenere ben oleato il ciclo dei pagamenti. L’Italia è in particolare tra i mercati più difficili per questo particolare ambito, perché alla stretta del credito si aggiungono spesso incassi dei pagamenti dilatati oltre i 120 giorni.

Esistono però delle occasioni che se ben sfruttate possono permettere di ribaltare la situazione, o perlomeno contenere i danni. Si tratta del mercato di internet e del marketing digitale, su cui molte aziende fanno ancora fatica ad affacciarsi. Proprio per questo motivo si tratta di un’opportunità dove può essere costruito un certo vantaggio competitivo.

Con la nuova realtà di mercato che si è venuta a creare, la maggior parte delle aziende in difficoltà si trova a non poter più sostenere i budget di marketing sfruttabili in precedenza. Così si taglia su fiere aziendali, si riduce il telemarketing ed i materiali di marketing tradizionali, nella speranza che la situazione si risollevi velocemente. Purtroppo, questa strategia va tutto a vantaggio di quelle poche aziende che sono abbastanza capitalizzate per affrontare indenni la crisi. Spesso la conseguenza principale è che chi si trova in posizione di forza sfrutta l’occasione per avvantaggiarsi ulteriormente facendo letteralmente sparire dal mercato le realtà più piccole, che non riescono a proseguire nell’attività non certo per mancanza di competenze o know how ma perché non dispongono delle risorse finanziarie e delle produzioni di scala necessarie.

La soluzione esiste ed è quella di abbracciare le nuove tecnologie per cercare un approccio più efficiente e funzionale con i propri clienti. Internet è già oggi un mercato mondiale estremamente ampio ed eterogeneo, raggiungibile 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, per tutto l’anno. Ma è un altro il fattore realmente determinante per quel che concerne il “fattore internet”; si tratta di un mezzo dall’accesso estremamente semplice, facile e democratico se solo si sa come fare. Sul web, la grande multinazionale e la piccola impresa possono essere sullo stesso piano comunicativo. E’ infatti possibile operare con budget estremamente ridotti e limitati, facendo leva sulle potenzialità virali del passaparola digitale. Se è vero infatti che le prime sono delle organizzazioni piuttosto rigide nella propria attività comunicativa, le imprese più piccole possono sfruttare la loro flessibilità per creare progetti di comunicazione dinamici ed efficaci.

crisi marketing

Il primo passo è quindi quello della formazione. Apprendere cos’è il marketing e la comunicazione digitale e quali sono i suoi strumenti operativi è fondamentale (insieme alla conoscenza basica delle lingue) per trasformare l’attuale crisi dei mercati in un’importante opportunità di cambiamento e rinnovamento aziendale, proiettando la propria attività nell’economia del futuro. Si tratta di un treno che non deve essere perso, perché difficilmente passerà nuovamente dalla stazione. Lo voglio ripetere sino alla noia: chi non coglierà questo importante fattore di cambiamento difficilmente riuscirà a riguadagnare nuovamente terreno in futuro. Molte persone utilizzano la scusa degli elevati costi di formazione per rimanere fermi sempre allo stesso punto, ma è proprio grazie al web che la comprensione di questi nuovi meccanismi si aperta facilmente ad ogni fascia di età ed istruzione. Apprendere che cos’è il marketing digitale e scoprire come utilizzarlo a proprio vantaggio costa oggi molto meno di quanto si pensa.

Fonte: Stefano Calicchio

Il guerrila marketing è una pubblicità che esce dagli schemi tradizionali, per penetrare in modo diretto nella città e incontrare la gente in modo provocatorio e spiazzante.
La guerrilla raggiunge il consumatore nei momenti e nei luoghi in cui non è attiva la sua “advertising consciousness” (come accade invece davanti alla TV o ascoltando la radio), quando cioè le sue difese nei confronti dei messaggi pubblicitari sono abbassate. Incuriosire, intrigare e coinvolgere sono gli effetti che la guerrilla produce sulle sue “vittime”. Infatti la guerrilla si può trovare nelle strade, sui muri, sulle panchine, sui fondi di bicchieri, in finte conversazioni, sui soldi, sulla frutta, sulla carta igienica, perfino sul corpo umano.
La guerrilla è fatta per colpire il singolo, generando spiazzamento nello spettatore, causando poi un effetto di passaparola che a sua volta causa una diffusione in maniera “virale” del messaggio nella popolazione.
Il guerrilla marketing si fa con armi non convenzionali, spesso con bassi costi, senza farsi riconoscere (almeno inizialmente) e con attacchi mordi e fuggi. L’obiettivo: il potenziale cliente.

Alcuni punti del guerrilla marketing

auto guerrilla marketing1. Guerriglia Marketing è un insieme di tecniche di comunicazione non convenzionale che consente di ottenere il massimo della visibilità con il minimo degli investimenti
2. Concorre allo sviluppo delle strategie di mercato attraverso la messa in scena di pseudo-eventi concepiti in integrazione all’immagine dell’azienda
3. Sfrutta il bisogno di novità dei mezzi comunicazione e la permeabilità dei suoi meccanismi per promuovere idee, marchi o prodotti
4. Programma e inocula nel sistema dei “virus” comunicativi in grado di autoreplicarsi nelle menti dei consumatori
5. Guerriglia Marketing è un processo di dissipazione della fiducia che il consumatore ancora ripone nell’economia nel suo complesso a vantaggio del successo di una singola impresa.

Come organizzare al meglio una campagna di guerrilla marketing?

dhl guerrilla marketingProdotti e servizi. La prima naturale domanda da porsi è se il prodotto o servizio che si vuole lanciare si presta a una campagna di guerrilla marketing. Difficilmente una campagna istituzionale può essere veicolata con tecniche mordi e fuggi, anche se non è del tutto da escludere.
Idea originale. Infatti, più che il prodotto o servizio, a contare è l’idea da trasmettere. Questa deve essere originale, capace di suo di attirare la curiosità. L’impostazione iniziale che deve avere è quella di una piccola rivoluzione nel proprio settore. L’obiettivo finale è far parlare di sè, quindi più si è originali più si riuscirà nel proprio intento. E per questo non servono budget smisurati, ma al contrario sono utili pochi investimenti.

Creazione del teaser. Nella parte operativa della campagna mordi e fuggi, tutto ruota attorno alla creazione del teaser, che dà concretezza all’idea originale. Non è l’unica tecnica pubblicitaria utilizzabile, ma sicuramente è quella più efficace in una campagna di guerrilla marketing. To tease significa “stuzzicare”, e lo scopo del teaser è esattamente quello: immagine, filmato o slogan, deve essere allusivo ed evocativo, deve semplicemente saper colpire l’utente.

L’effetto virale. Se l’idea è originale e il teaser efficace, ciò che si ottiene è un effetto virale. Il caso passa di bocca in bocca e si propaga di utente in utente.

La raccolta del successo. Una volta ottenuto il proprio scopo di diffusione virale, si può giocare a carte scoperte. Se la campagna ha avuto successo, il tutto si svolge in pochi giorni o settimane, anche perché un teaser non può reggere più a lungo. A questo punto, il teaser va svelato, con un’opportuna fase due della propria campagna, in cui si spiega il significato del primo lancio.
Se infine il successo è stato ampio, questo può generare una seconda campagna di comunicazione, di tipo tradizionale.